La Biennale Mosaico 2022 vista dalla 5M Turismo

di Andrea Albanese, Caterina Bagioni, Silvia Garofalo, Rosa Gigliotti, Marianna Tommasini, Martina Verri, Martina Pepe, Teodora Zamfirova

Nell’ambito della VII Biennale Mosaico 2022 promossa dal Comune di Ravenna si sono svolti diversi eventi dedicati a questa particolare tecnica artistica tipica della nostra città. In particolare, nel mese di Dicembre siamo andati a visitare, insieme ai nostri prof. Luca Maggio, Daniela Martino, Francesca Randi e Annalisa Vespignani, la mostra di Francesco Cavaliere e Leonardo PiviProdigy Kid” curata da Daniele Torcellini. L'esposizione organizzata al Mar, il Museo d'Arte di Ravenna, era disposta su due piani corrispondenti a tre diverse sezioni del percorso: due erano dedicate alle opere della produzione individuale degli artisti, mentre la terza parte era destinata ai lavori nati dalla loro reciproca collaborazione, nata nel 2018. 

Questo evento è stato pensato come un incontro fra arte antica (erano presenti mosaici e pitture romane, talvolta fonte di ispirazione per i due protagonisti) e contemporanea attraverso l'uso di materiali, linguaggi e suoni differenti. I due artisti si sono lasciati suggestionare anche dalla leggenda del cosiddetto mostro di Ravenna, una creatura deforme e raccapricciante che, fra mito e storia, sarebbe nata nel 1512 - data della fatale battaglia che sconvolse la nostra città - e non a caso la cui presenza già all'epoca venne interpretata come presagio di lutti e sventure. Per altro da questa leggenda lo stesso Leonardo da Vinci trasse un disegno presente nell'ultima sala. 



                                                 

Lo stile dell'artista Leonardo Pivi è più legato alla tradizione del mosaico, che viene adoperato per trattare temi di attualità, rappresentare personaggi famosi o illustrare cartoni animati, mescolando alto e basso, sacro e profano, al fine di ottenere un messaggio forte, immediato e spesso ironico.

L’arte di Francesco Cavaliere è invece più concettuale; infatti, nelle sue opere sono presenti soprattutto azioni performative di oggetti o insiemi di particelle che emettono una sonorità e non solo…

Sempre durante il periodo della Biennale del mosaico, insieme al prof.  Maggio, abbiamo visitato altri luoghi espositivi.

 Nella mostra di Enrica Borghi Modulare lo scarto”, a cura di Pasquale Fameli presso la Fondazione Sabe per l’Arte, abbiamo apprezzato che l’artista abbia fatto uso della tecnica del mosaico attraverso il riutilizzo originale di materiali di scarto, tale per cui come diceva McLuhan il medium davvero diventa il messaggio.

In particolare ci ha sorpreso l’opera “Mandala”, ottenuta dall’uso di centinaia e centinaia di tappi collezionati dall’artista nel tempo, sopra i quali è stata posizionata una tessera vitrea. Da notare che per ogni nuova esposizione i disegni e le geometrie create con questi oggetti mutano secondo lo spazio circostante e l’animo dell’artista.

Ecco alcune opere di Enrica Borghi:

Nell’esposizione di Lorenzo Scarpellini POSTHISTORICA”, a cura di Gioele Melandri e Luca Donelli e allestita presso la galleria ravennate monoGAO21, l’artista ha saputo creare un percorso che rappresenta un bestiario fragile e deforme di un mondo in rovina o post-apocalittico.

Quello che ha ideato Scarpellini è un insieme di elementi che rappresentano il mosaico del degrado della nostra società e di quella che verrà, usando magistralmente la cartapesta, il colore oltre a elementi metallici (tessere) per le ossature delle sue creature figlie di un futuro che è già parte del nostro drammatico presente.

Infine, nel laboratorio di Marco De Luca abbiamo visitato “What you see is what you see”, a cura di Ilaria Bignotti: qui l’artista è riuscito attraverso la sua arte musiva a rappresentare le atmosfere senza tempo della nostra città. Nelle sue opere le tessere d’oro riflettono la luce, perciò durante le diverse ore del giorno ogni suo lavoro dona effetti e accende luminosità sempre diverse, un segreto antico, già presente nei cicli bizantini delle antiche basiliche ravennati, sui quali da giovane egli si è formato. Abbiamo apprezzato soprattutto l’estrema maestria dell’artista nel creare sfumature perfette di colore - lui le chiama “dissolvenze” - con il mosaico.

In lui, nella sua arte e nelle sue tecniche, abbiamo scoperto un nuovo modo di valorizzare l’identità culturale del nostro territorio.

 


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