LA BIBLIOTECA CLASSENSE vista dalla 5M TURISMO

 di Andrea Albanese, Manila Intermite, Iuliana Malancea, Beatrice Manetti



Martedì 21 marzo, insieme alle professoresse Annalisa Vespignani, Daniela Martino e Francesca Randi, abbiamo visitato l’antica biblioteca della nostra città, una delle più importanti d’Europa, intervistando Patrizia Ravagli, Presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna, che è stata in passato anche Dirigente scolastica in diverse scuole della provincia.

Grazie alla guida della dott.ssa Ravagli siamo riusciti a cogliere l’anima più nascosta di questo luogo, in cui il tempo sembra essersi fermato. Ci ha infatti ha raccontato che dal 1512, dopo la Battaglia di Ravenna, lo storico palazzo in cui sorge la Biblioteca divenne monastero camaldolese e ancora tutta la struttura rivela questa antica destinazione.


Nell’epoca napoleonica, poi, con la soppressione dei beni ecclesiastici, i monaci dovettero abbandonare l’edificio e la preziosa Biblioteca venne trasformata ad uso civico. Grazie poi alle acquisizioni e alle donazioni di biblioteche private, la Classense ha aggiunto al già ricco patrimonio librario, testi, manoscritti e libri, che vanno a creare una straordinaria collezione.






La Biblioteca è ora aperta al pubblico, fornendo il servizio di consultazione e di prestito di libri, cd, dvd, audiolibri e riviste, oltre ad essere area di studio e sede di allestimenti di autorevoli mostre e conferenze. 

La direttrice ci ha spiegato che il rapporto con la cittadinanza è molto stretto, in quanto sono numerose le iniziative promosse per coinvolgere i cittadini, in modo da avvicinarli, sin dalla tenera età, ai libri, alla lettura e quindi alla cultura in generale.

Basti pensare che una delle tante iniziative promosse dalla Classense è quella che prevede in regalo per i nuovi nati un kit con libri e segnalibri, in modo da permettere ai bambini già dai primissimi mesi di vita di familiarizzare con le immagini e il testo scritto.

 

Nella Biblioteca sono organizzati incontri, presentazioni, esposizioni di tipo scientifico, letterario, politico e di costume, che fanno della Classense un insostituibile polo culturale della nostra città. 

Tra gli eventi importanti svolti nell’ultimo periodo, la dott.ssa Ravagli ci ha segnalato la mostra dedicata alla costumista ravennate Emma Calderini e, soprattutto, la manifestazione del 25 marzo, in occasione del Dantedì, che ha previsto il coinvolgimento delle scuole con diverse attività e la presentazione del libro “Dante giurista” del prof. Giuseppe Morbidelli. 

In occasione del Dantedì sono anche state esposte le fotografie del progetto “Fotografare-Foto da fare” della nostra classe, mentre la 3M del nostro "Istituto Ginanni" ha scritto e letto lettere idealmente indirizzate al poeta.


Tornando alla Biblioteca, il suo scopo consiste nel custodire e diffondere la conoscenza dei libri: non a caso, è stata avviata la digitalizzazione delle opere importanti per favorire le consultazioni online attraverso il portale MLOL, che permette di prendere in prestito libri e film, senza recarsi in biblioteca.




Questa Biblioteca contiene 800.000 volumi disposti su 24.000 metri quadri e ha delle opere antiche importantissime. Le più significative sono custodite nell’Aula Magna, al momento chiusa per restauro. Questo ambiente è stato realizzato nei primi anni del Settecento per volontà dell’abate Pietro Canneti su progetto di Paolo Soratini, decorata con affreschi e dipinti di Francesco Mancini.

Tra le opere più preziose custodite in questa sala, la dott.ssa Ravagli ci ha indicato il De Oratore di Cicerone, che è il primo incunabolo italiano, stampato a Subiaco nel 1465, poi l’Historia naturalis di Plinio, in pergamena miniata, stampata a Venezia nel 1469 e la Hypnerotomachia Poliphili, stampata a Venezia da Aldo Manuzio nel 1499.

Ci sono, inoltre, centinaia di volumi manoscritti, alcuni dei quali sono Codici antichi, databili fra il X e il XVI secolo. Tra questi ultimi, ha un notevole valore l’Aristofane, acquistato dall’abate Pietro Canneti a Pisa nel 1712, unico esemplare contenente le undici commedie superstiti del grande commediografo greco. Inoltre la Biblioteca custodisce una "Divina Commedia" di Dante risalente al 1369-70, oltre alla prima edizione fiorentina della Commedia, con incisioni su disegno di Botticelli. A proposito di Dante, qui è conservata la straordinaria collezione del libraio-editore Olschki, che comprende tutte le principali edizioni a stampa della Divina Commedia a partire dal XV secolo.



Tra i luoghi più suggestivi della biblioteca ci ha poi colpiti la Sala del mosaico che, come ci ha spiegato la dott.ssa, Ravagli, è così chiamata per un bellissimo mosaico pavimentale risalente al VI secolo, rinvenuto nell'area archeologica di Classe nel 1875 e poi spostato alla Classense per essere restaurato e qui ricollocato.

La sala è oggi usata per esposizioni temporanee di opere di artisti contemporanei.





La Sala dantesca è un altro preziosissimo ambiente della Biblioteca: è l’antico refettorio del monastero camaldolese, completato nel tardo Cinquecento.

In fondo alla sala c’è un grande dipinto che raffigura  l’episodio delle Nozze di Cana dei pittori ravennati Luca e Francesco  Longhi, risalente al 1580. Se si alza lo sguardo, si resta colpiti da un altro bellissimo affresco, che  rappresenta la scena del Sogno di San Romualdo, da attribuire sempre alla bottega Longhi. 

La dott.ssa Ravagli ci ha spiegato che lo splendido quadro a parete  è importante non solo da un punto di vista artistico, ma anche perché permette di conoscere la società ravennate dell’epoca, grazie alla rappresentazione di cibi, abiti e personaggi famosi, come Barbara, figlia di Luca Longhi, anche lei pittrice.






Studpenda è anche la porta lignea di accesso alla sala, databile alla fine del XVI secolo,  decorata con episodi relativi alla vita del profeta Daniele.

L’attuale intitolazione di questa splendida sala risale al 1921, quando fu adibita a sala per le letture dantesche.  La dott.ssa Ravagli ha chiarito che, nel settembre del 1920, Benedetto Croce, allora ministro della Pubblica istruzione, venne in questa sala ad inaugurare le celebrazioni per il sesto centenario della morte di Dante. In quella occasione, Croce disse che “Il più alto e vero modo di onorare Dante è anche il più semplice: leggerlo e rileggerlo, cantarlo e ricantarlo”.  

La Biblioteca ha mantenuto fede a questo impegno, in quanto da allora è destinata alle letture dantesche, oltre a tante importanti conferenze.




All'interno di questa Istituzione, lavora un grande staff per garantire la migliore e più ampia fruizione del suo patrimonio: bibliotecari, curatori di libri antichi, responsabili della fotografia, personale che si occupa dell'archivio storico, dei rapporti con le scuole, del servizio di consultazione dei libri attraverso prenotazione ecc. C’è, poi, la carica di Presidente, ovvero la dott.ssa Patrizia Ravagli, che ha il compito di tracciare le linee guida per tutto ciò che deve essere realizzato nella Biblioteca, oltre ad assumere un'importante funzione di rappresentanza, in modo da garantire lo stretto rapporto con il territorio e le istituzioni locali.


La Biblioteca non ospita solo libri, ma custodisce anche una raccolta numismatica e una quadreria molto importante, come il Ritratto di Dante di Attilio Runcaldier del 1800, la Resurrezione di Lazzaro di Francesco Zaganelli, tavola del primo Cinquecento e tanti altri capolavori.       



Ogni giorno, sempre più turisti visitano queste sale, che conservano ancora il profumo delle antiche stanze che ospitavano i monaci, con ambienti da un fascino particolare, che suggeriscono la più profonda introspezione. 






La Biblioteca offre la possibilità di prendere in affitto i chiostri o le sale per eventi particolari. Da diversi anni, ad esempio, la Classense può ospitare anche matrimoni civili, per permettere ai cittadini di fruire di questo bellissimo luogo, ricco di arte e di storia, anche nelle occasioni più speciali.





La nostra preziosa guida ci ha parlato anche di insospettabili presenze che abitano all’interno della Classense: una tartaruga, Santino, che vive da ben 80 anni in uno dei chiostri, e due gatti, che girano indisturbati all’interno delle sale e sono accuditi dal personale della Biblioteca. Quindi, non solo testi, mostre, eventi e manifestazioni importanti, ma in questo luogo si sostiene anche il rispetto per l’ecosistema e i suoi abitanti, favorendo uno scambio virtuoso con l’ambiente e promuovendo senso di appartenenza e formazione culturale, premesse indispensabili per l’evoluzione e la crescita di una comunità.



Abbiamo terminato la nostra visita carichi di meraviglia, conservando a lungo nelle nostre menti le immagini di ambienti, libri, opere d’arte e capolavori vari, che sono custoditi da centinaia di anni in questa illustre dimora del nostro centro cittadino.


Commenti

Post popolari in questo blog

La 5M à Paris!

BOSTON MARRIAGE