PROFUMI E SAPORI DELLA NOSTRA CITTA’



di Aurora Assirelli, Caterina Bagioni, Gianluca Costantini, Gabriele Lettieri, Matilde Osti e per le foto Marianna Tommasini

"Osterie d'Italia è un viaggio nell'enogastronomia più autentica e generosa del nostro Paese. Una mappatura unica del territorio italiano."

Sono queste le prime frasi che compaiono su Google se si effettua la ricerca sulla “Guida alle osterie d'Italia". Ciò che di nuovo si può trovare da quest'anno all'interno della guida è il riferimento alla città di "Ravenna". 

Ebbene sì, dopo l'Osteria dei Battibecchi, è stata inserita un’altra osteria della nostra città, ovvero l' "Osteria dalla Zabariona - Mangiari Romagnoli".


Ravenna è piena di trattorie, ristoranti ed enoteche, in cui si assaggiano specialità culinarie e si gustano buonissimi vini, ma siamo stati incuriositi dall’ "Osteria dalla Zabariona”, che ha avuto l’importante riconoscimento dall’associazione Slow food perchè sa valorizzare la biodiversità, la cultura e la tradizione enogastronomica territoriale, non trascurando il valore dell’accoglienza.


Il ristorante, aperto nel 2020, ha rispettato tutti i criteri che sono necessari per ottenere questo riconoscimento: una cucina ispirata alle ricette del territorio locale, la selezione accurata degli ingredienti e il prezzo che rientra in un certo range.


Ma non sono solo queste le caratteristiche distintive della “Zabariona”: molte altre le abbiamo apprese dal proprietario, Andrea Rondinelli, durante la conferenza del 26 novembre di presentazione della guida alle osterie d’Italia, su invito del dott. Oscar Manzelli  …  e soprattutto grazie alla nostra visita all’osteria, assaggiando di persona le prelibatezze che propone il locale. 

Il proprietario ci ha spiegato che gli ingredienti usati per i suoi piatti, come farine, carni, verdure, pesce e  vini, sono il risultato di una capillare ricerca sul territorio che va avanti da anni. Anche le ricette sono quelle della tradizione locale, prese in prestito dalle nonne romagnole.




Entrando nell’osteria, si ha come l’impressione di trovarsi in una piccola masseria in mezzo ai campi e si dimentica di essere in un locale in pieno centro a Ravenna, di fronte a San Vitale. All’interno c’è un ambiente intimo e familiare, con interni in legno, tende con fantasie classiche romagnole, un menù "in cattività italiana", che però non riesce sempre a contenere il dialetto romagnolo. Persino il nome "Zabariona" è quello di un'antica osteria citata in ben cinque componimenti di uno dei più importanti poeti della nostra zona, il Guerrini.


Una parte di noi studenti,  accompagnati dalla prof.ssa Daniela Martino e dal prof. Luca Maggio, si è recata in questo ottimo locale lo scorso 16 dicembre per cenare con alcuni dei suoi piatti più tipici.

Accontentare i gusti più diversi di noi ragazzi è difficile, ma questo locale ha pienamente soddisfatto tutti noi.








Per iniziare, abbiamo ordinato un leggero antipasto con tre differenti tipi di taglieri, accompagnati dalla classica piadina romagnola.


Il primo tagliere, chiamato “Tagliere Mora Romagnola”, comprendeva cinque differenti tipi di salumi che, uniti alla piadina, hanno subito stuzzicato il nostro appetito, risollevando il nostro umore! 




Il secondo tagliere si chiama “Tagliere Emilia”. Nonostante l’antica lotta tra Emilia e Romagna per avere il primato in cucina, da romagnoli possiamo affermare che è un tagliere molto gustoso e vario! È composto da cinque affettati emiliani e dal tipico Parmigiano.






Abbiamo poi mangiato il piatto romagnolo per eccellenza, cioè i famosi cappelletti al ragù.

Ci teniamo a specificare che, in ogni zona della Romagna, i cappelletti vengono preparati con un ripieno diverso. In questo caso, per l’interno dei cappelletti è stato usato il tipico ripieno dell’area ravennate, cioè il formaggio. 








Alcuni di noi hanno poi assaggiato il coniglio all’uso di Romagna, ricco di profumi, di colori e di sapori, grazie al giusto connubio tra la carne proveniente da allevamenti locali e le verdure del territorio.

Abbiamo accompagnato i nostri piatti con un ottimo vino locale suggeritoci dal proprietario. 

Abbiamo, infine, concluso la cena con buonissimi dolci, zuppa inglese e cheesecake.



Abbiamo così riscoperto un’antica arte custodita con cura da alcuni ristoratori romagnoli: l’arte di cucinare con passione e con amore, stimolando i sensi con prodotti che mettono insieme il meglio del territorio e della tradizione, promuovendo al tempo stesso modelli di consumo sostenibili. 


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